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Il Ceta? Con ombrello allargato


Il Canada apre alla tutela dei prodotti italiani ora esclusi

Il ministro alle politiche agricole, Gian Marco Centinaio, apre al negoziato con il Canada per la ratifica del Ceta. All’apertura dei lavori del Wine2Wine, il convegno B2B dedicato al vino in corso ieri e oggi (per chi legge) a Verona, ha rivelato che nell’ultimo incontro bilaterale con il suo omologo canadese, durante il G20, il ministro all’agricoltura Lawrence McAuley si è reso disponibile, pur di ottenere la ratifica italiana al trattato, a siglare un nuovo accordo bilaterale tra Ottawa e Roma per inserire nella tutela prevista dal Ceta tutti i prodotti made in Italy attualmente rimasti fuori. «Se così fosse», ha detto Centinaio, «allora ci sto a sederci al tavolo e parlarne. Siamo arrivati al governo dicendo che non lo avremmo mai votato, ma da ministro penso che bisogna ragionare con la testa e non con la pancia. E, soprattutto, bisogna guardare i dati. Abbiamo tempo per ratificare quest’accordo. Intanto, dato che è in vigore provvisoriamente, prendiamoci del tempo per vedere come funziona. Tra i punti deboli che presenta, oltre all’esclusione di molte nostre eccellenze, anche la lotta all’italian sounding», dice il ministro. Intanto i vertici del settore vitivinicolo italiano, riuniti nella kermesse del centro congressi veronese, ripropongono il tema caldo dell’export made in Italy. E la necessità di presentarsi compatti sui mercati esteri, per rafforzare, dentro l’ombrello ‘made in Italy’, la promozione delle singole eccellenze. «Nel Consiglio dei ministri odierno (per chi legge)», svela Centinaio, «proporrò al ministro dello Sviluppo economico e a quello degli Esteri, di aprire un tavolo intorno al quale far convergere le tante voci con cui al momento, ci stiamo muovendo in ordine sparso sui mercati internazionali. L’Ice, l’Enit, le camere di commercio, le camere di commercio all’estero, i comuni, le regioni e tutte le associazioni di categoria. Oggi più che mai occorre realizzare un’operazione compatta e unitaria per creare valore intorno all’agro-alimentare tutto». E sulla filiera del vino: «Ha bisogno di una promozione diversa e più coordinata, ma occorre saper fare un passo indietro per raggiungere risultati. Io sono disposto e spero che lo facciano anche gli altri, oppure vorrà dire che avremo perso tempo», chiosa Centinaio. Resta ancora aperto il discorso sulle etichette alimentari, per le quali, chiarisce il ministro «bisogna ancora definire la questione con l’Europa. Ci vogliono etichettature diverse rispetto a quelle di adesso. Rendere i nostri consumatori consapevoli non significa inquinare il mercato ma dar loro possibilità di scegliere. Ci riuscirò? Non lo so». Infine, l’ultimo annuncio, dal palco del Centro congressi di Verona: l’indizione degli Stati generali dell’Agricoltura italiana; una specie di pallino per Centinaio che punta a mettere la sua firma ad una visione di lungo periodo del settore. Una direzione: «Non dico per i prossimi venti anni, ma almeno per i prossimi dieci».

Fonte: Italia Oggi

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