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GOD SAVE THE RESTAURANTS

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L’approccio ricorda le misure di un governo social democratico, invece è il governo tory di Boris Johnson che, nonostante numerosi e clamorosi errori nella gestione sanitaria dell’emergenza coronavirus, da retroguardia ad avanguardia del rigore, da colomba a falco del lockdown, mostra a tutti i suoi ex partner dell’Unione Europea quali misure adottare per tentare di uscire, almeno economicamente, dalla crisi pandemica.

Il virus sta infatti incidendo per il 35% del Pil inglese, che unitamente alla allarmante crescita della disoccupazione che fa registrare un +10% (si parla di oltre 2 milioni di persone) nel secondo trimestre del 2020, conferisce alla situazione britannica una prospettiva tutt’altro che rosea. Quasi la metà delle persone non è stata in grado di lavorare da casa durante il blocco del coronavirus.

Per dare un segnale certo e chiaro il ministro delle finanze inglese, il quarantenne Sunak, ha varato una serie di provvedimenti concreti per le aziende che operano nel turismo e nella ristorazione. Il Governo inglese si farà carico della metà del costo di un pasto nei locali (fino a un massimo di 20 sterline). Insomma, un pasto al ristorante pagato per metà dallo Stato. Il meccanismo è molto semplice (il che, a noi figli della burocrazia, sembra un ossimoro): il cliente si siede, mangia e alla fine del pasto, paga la metà, per un massimo di 10 sterline di sgravio su un conto di 20 sterline.

Non si parla di buoni pasto, o special card. Sarà compito del ristoratore o del gestore del pub chiedere il rimborso allo Stato entro cinque giorni. E mentre in Italia tanti ristoratori ancora aspettano i finanziamenti promessi dallo Stato e i loro dipendenti i soldi della cassa integrazione, in Gran Bretagna le imprese hanno potuto contare su una serie di prestiti a costo zero e su una cassa integrazione pagata all’80% dallo Stato a quasi tutti, persino ai lavoratori autonomi.

E se tutto questa concretezza non bastasse, per il comparto Horeca, sforbiciate all’Iva (VAT) che passa dal 20 al 5%. Un’altra misura chiesta dalla categoria anche in Italia, presa in considerazione giusto il tempo di cestinarla.

In generale, i provvedimenti a sostegno di imprese e famiglie, in Gran Bretagna, sono costati finora 350 miliardi di sterline. Solo pochi giorni fa, poi, sono stati destinati quasi 1,6 miliardi di sterline al settore della cultura, uno dei più colpiti dalla crisi.

Per le piccole attività, alberghi e ristoranti, il piano ha previsto prestiti a fondo perduto (cash flow) che quindi non dovranno essere restituiti, da un minimo di 10.000 ad un massimo di 50.000 mila £.

È evidente, che in Inghilterra rispetto all’Italia, il meccanismo di aiuti risponde a logiche completamente diverse. Si tratta di un approccio frutto di una mentalità che affonda le sue radici nella tradizione del pensiero liberale, ma anche di solidarietà sociale vera, per il quale l’iniziativa privata non deve essere osteggiata o tartassata, ma favorita.

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Fabrizio Capaccioli Managing Director ASACERT

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Con ITA0039 abbiamo avuto modo di certificare in questi anni numerosissime attività, tra cui la prestigiosa catena San Carlo Restaurant e sappiamo che il Governo inglese ad esempio dà al lavoratore la massima fiducia, accedendo ai fondi attraverso una auto-dichiarazione compilabile online. In questo modo viene garantita la celerità dei pagamenti, sarà poi nella fase di controllo che il Governo vigilerà sulle dichiarazioni e qualora queste non corrispondano al vero il ristoratore non potrà più continuare a fare business. In Italia la modulistica a cui il lavoratore si deve sottoporre tramite l’Istituto dell’INPS, richiede studi approfonditi, è complessa e poco chiara e l’esito non è sempre certo da raggiungere”, dichiara Fabrizio Capaccioli AD ASACERT, ideatore del Protocollo di certificazione ITA0039 | Italian taste certification.

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Insomma, sembra sia proprio quello inglese il modello a cui ispirarsi: sotto il mantello regale della leggendaria Queen Elizabeth, sembra che i ristoratori possano dormire sonni più tranquilli dei loro colleghi continentali.

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